Intervento introduttivo di Flavio Zanonato su “SR2S – Space Radiation Superconducting Shield” – Schermature da radiazioni spaziali superconduttive per missioni di esplorazione.
Sono lieto di ospitare qui oggi al Parlamento Europeo le conclusioni del progetto SR2S, un progetto di enorme portata e di grande valore scientifico che si propone di sviluppare tecnologie per proteggere gli astronauti dalle radiazioni provenienti dal sole e dai raggi cosmici nel corso di missioni di esplorazione planetaria nello spazio. Il progetto infatti si è proposto di studiare le tecnologie necessarie per lo sviluppo di un sistema di schermatura attiva basata su magneti superconduttori, un vero e proprio scudo magnetico, che sfrutta la superconduttività per eliminare il consumo di energia e ridurre al minimo il peso della struttura magnetica. É noto -naturalmente agli esperti- che il problema delle radiazioni rappresenta uno dei principali ostacoli per l’esplorazione spaziale da parte di equipaggi umani. Infatti, allontanandosi dai limiti della magnetosfera terrestre, viene meno il corrispondente effetto protettivo nei confronti delle particelle di alta energia che hanno origine sia dal sole che dalla nostra galassia e dal cosmo. Un’esposizione di lungo periodo ai raggi cosmici e alle particelle energetiche solari aumenta la probabilità di ammalarsi di vari tipi di cancro. Si stima che un astronauta impegnato in una missione interplanetaria può raggiungere la dose massima di radiazione consentita in tutta la sua carriera in meno di due anni e quindi se non si trova il modo di proteggere gli astronauti dalle radiazioni cosmiche, ad esempio, il viaggio su Marte -il più vicino dei pianeti- per equipaggi umani sarà praticamene impossibile.
Data l’importanza del tema, l’incontro di oggi costituisce un’eccellente opportunità per illustrare i risultati raggiunti dal progetto SR2S, che ha consentito appunto la realizzazione di prototipi tecnologici innovativi per la protezione degli astronauti che svolgono missioni di lunga durata.
Il progetto SR2S, è durato tre anni ed è iniziato nel Gennaio 2013. Finanziato in buona parte dall’Unione nel 7° Programma quadro è stato coordinato dal Prof Roberto Battiston, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Università di Trento, che purtroppo oggi non è riuscito ad essere con noi perché in missione, ma del quale a breve vedremo un contributo video. Il progetto ha visto inoltre la partecipazione delle due maggiori società aerospaziali europee, Thales Alenia Space e Compagnia Generale per lo spazio (CGS Spa), insieme al CERN, al Commissariato all’energia atomica e alle energie alternative (CEA) e alla Columbus Superconductor. Vi hanno partecipato rappresentanti dell’ONU, dell’ ESA, della NASA e di diverse Università e Istituti di Ricerca.
Prima di lasciarvi al video del Prof. Battiston, e dare la parola al Dott. Bertrand Baudouy (ricercatore del CEA, Commissariato per l’energia atomica e le energie alternative), al Dott. Riccardo Musenich ricercatore anche lui dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e al Dott. Eddy Shaw (capo delle pubbliche Relazioni della Carr Communication, partner del progetto) che sono tutti qui al mio fianco e che colgo l’occasione per salutare e che interverranno sulle questioni tecniche del progetto e saranno pronti a rispondere alle eventuali domande, vorrei fare un’ultima riflessione più generale sull’importanza di una POLITICA SPAZIALE EUROPEA efficace, ben integrata e che favorisca la ricerca in questo campo. In tutti i paesi del mondo infatti i governi stanno investendo per sfruttare le potenzialità dello spazio e in Europa dobbiamo mirare ad essere tra i più competitivi in questo settore. Per fare questo dobbiamo assicurarci di avere gli strumenti di ricerca, le infrastrutture e un’industria adatte a sviluppare e gestire tutti quei servizi che possono nascere dalle tecnologie spaziali. La politica spaziale europea si basa su tre assi principali: Galileo, Copernicus e la ricerca scientifica. Come membro della Commissione Industria e dell’intergruppo Sky and Space mi sono impegnato per far sì che nei tagli necessari al bilancio europeo i fondi per la ricerca fossero salvaguardati il più possibile perché credo fermamente che solo dalla ricerca scientifica e dalle sue molteplici ricadute possa nascere la vera ripresa, economica, sociale e culturale dell’Unione Europea.
La Commissione Europea, con il sostegno del Parlamento, sta lavorando allo sviluppo delle infrastrutture:
– a settembre sono stati lanciati con successo altri due satelliti di Galileo, il programma dell’Unione europea volto a sviluppare un sistema globale di navigazione satellitare (GNSS) sotto il controllo civile. Galileo consentirà agli utilizzatori in tutto il mondo di conoscere la loro posizione esatta nel tempo e nello spazio con grande precisione e affidabilità. Una volta completato, il sistema Galileo consisterà di un parco di 30 satelliti e dell’infrastruttura a terra necessaria per controllarli e assicurare l’erogazione di servizi di navigazione. Inoltre, gli utilizzatori avranno bisogno di ricevitori per captare ed elaborare i segnali.
– il programma Copernicus, che è il programma europeo di osservazione e monitoraggio regolari dell’atmosfera, degli oceani e delle superfici continentali, fornendo informazioni garantite a sostegno di una vasta gamma di applicazioni e decisioni ambientali e di sicurezza. Lo scopo principale, infatti, è quello di garantire all’Europa una sostanziale indipendenza nel rilevamento e nella gestione dei dati sullo stato di salute del pianeta, supportando le necessità delle politiche pubbliche europee attraverso la fornitura di servizi precisi e affidabili sugli aspetti ambientali e di sicurezza. Copernicus ha i suoi primi due satelliti dedicati in orbita e le stazioni terrestri in grado di gestire i dati si stanno strutturando in rete. Il programma è inoltre un motore della crescita economica e incoraggia le piccole e medie imprese a sviluppare servizi orientati all’utenza, creando in tal modo crescita e occupazione in un settore dell’economia chiaramente orientato al futuro
– inoltre, presto avremo una piattaforma completamente europea per il lancio dei nostri satelliti. Cosa che ci darà grande indipendenza nello sviluppo dei nostri programmi spaziali contribuendo ad una maggiore sicurezza.
I costi dei nostri programmi spaziali sono modesti. Ogni anno l’Unione Europea investe tra due e tre euro per ogni cittadino nella ricerca spaziale in Galileo e Copernicus. Dobbiamo assicurarci di ottenere il massimo beneficio dai nostri sforzi collettivi sviluppando una struttura di governance adeguata a coordinare e a focalizzare gli sforzi verso le nostre priorità condivise. È necessario inoltre che ci sia una cooperazione effettiva tra la Commissione Europea, l’ESA e le agenzie spaziali nazionali per definire roadmaps coerenti per la ricerca futura e per attività innovative. Per essere leader nel settore dello spazio bisogna mantenersi dinamici e per questo programmi come Galileo e Copernicus devono correre di pari passo con la ricerca, per essere leader anche nel futuro. Non dobbiamo dimenticarci inoltre che le attività spaziali giocano un ruolo fondamentale nelle relazioni internazionali dell’Unione in quanto contribuiscono a determinare lo status dell’Unione come attore globale oltre a permetterci di partecipare in prestigiosi programmi internazionali di cooperazione. Per tutte queste ragioni questa ancora giovane politica comune dello Spazio ha bisogno di tutto il supporto che può ottenere a livello politico per facilitare la riflessione sullo sviluppo di nuove iniziative nel campo spaziale e per sviluppare a pieno le potenzialità di sviluppo, impiego e competitività. Voglio anche sottolineare che il supporto alla politica spaziale non è importante solo da un punto di vista economico ma anche da un punto di vista sociale. Moltissimi sono infatti i settori in cui la ricerca spaziale sta rendendo un servizio alla società, primo tra tutti nella sfida sul cambiamento climatico. Ma penso anche al digital divide che può essere superato grazie a infrastrutture spaziali o alla gestione delle prime fasi delle situazioni di emergenza. Questo solo per ribadire quanto il supporto alla ricerca sia fondamentale in questo settore e per questo ancora una volta vi ringrazio per essere qui oggi e lascio la parola a chi alla ricerca sta dedicando la propria vita.